Fimosi

La fimosi rappresenta un restringimento congenito o acquisito della cute del prepuzio che rende impossibile la scopertura del glande e quindi anche l’allungamento adeguato del pene durante l’erezione.

Frequentemente è complicata da infezioni balano-prepuziali e comporta un rischio aumentato di tumore del pene.

L’unica forma di trattamento definitivo della fimosi consiste nell’intervento chirurgico di plastica del prepuzio.

Frenulo breve

Il frenulo breve rappresenta una condizione estremamente frequente, che causa disturbi durante l’attivita’ sessuale dal momento che puo’ essere sede di fastidiose lacerazioni provocate della tensione durante l’atto sessuale. Anche in questo caso la soluzione è esclusivamente di pertinenza chirurgica mediante un intervento in anestesia locale detto frenuloplastica.

Incurvamento acquisito del pene (Malattia di La Peyronie)

Gli incurvamenti acquisiti del pene sono dovuti nella maggior parte dei casi alla Induratio Penis Plastica (IPP) o anche detta malattia di La Peyronie, dal nome del medico che la descrisse per la prima volta.

L’IPP rappresenta una malattia piuttosto frequente (prevalenza di circa il 3% della popolazione maschile) e di cui non si conoscono in dettaglio le cause.

L’ipotesi piu’ accreditata e’ che si tratti di una patologia ad etiologia mista, in cui incidono una particolare predisposizione del soggetto oltre a fattori ambientali.

La malattia consiste nello sviluppo di un’area di fibrosi a carico della tunica albuginea del pene e che limita la normale elasticità di questa struttura, provocando una trazione a tale livello con lo sviluppo di una curvatura verso il lato affetto dalla presenza della lesione.

Il paziente riferisce talvolta un esordio improvviso con la comparsa di una curvatura anomala associata a dolore durante il rapporto sessuale. Molto piu’ spesso invece la modalita’ di esordio e’ subdola, ed il soggetto si accorge della presenza della malattia solo a causa della limitazione durante l’attivita’ sessuale provocata dalla curvatura patologica.

Diagnosi

La diagnosi e’ in genere molto semplice e si basa sul riscontro durante la visita clinica di una placca fibrosa a carico del pene. Di fondamentale importanza e’ l’esecuzione di una valutazione ecografica basale e dopo test dinamico con le prostaglandine (PGE1), che consente di valutare le esatte dimensioni della placca, la consistenza della stessa e soprattutto il calcolo dell’esatto angolo di curvatura del pene (ottenuto mediante valutazione goniometrica su una fotografia scattata con il pene in erezione piena).

TERAPIA

Dal momento che si conoscono solo parzialmente le cause della malattia anche le possibilta’ terapeutiche risultano ancora limitate.

La terapia in genere piu’ impiegata ed efficace rappresenta la combinazione di farmaci orali e della terapia fisica con onde d’urto (ESWT).

L’unico farmaco per il quale e’ stato dimostrato un certo grado di efficacia e’ il paraminobenzoato di potassio o POTABA, alla dose di 12 gr al giorno. Molto meno efficace e’ invece risultata la somministrazione della vitamina E.

Recenti studi clinici suggeriscono, inoltre, l’impiego di basse dosi giornaliere di un farmaco inibitore delle fosfodiesterasi 5 (sildenafil, tadalafil o levitra) per gli effetti benefici che hanno sia sulla vascolarizzazione peniena che sulla funzione erettile.

La terapia fisica con onde d’urto (ESWT) e’ molto efficace nel ridurre immediatamente il dolore quando presente, e sembra avere un ruolo nel facilitare il rimodellamento e la stabilizzazione della placca.

L’intervento chirurgico (corporoplastica di raddrizzamento) va invece riservato solo ai pazienti che presentano una curvatura piuttosto avanzata (superiore a 35°) e ha il compito di riportare in asse il pene e consentire un’adeguata attivita’ sessuale.

Molto promettente infine, risulta essere un farmaco (collagenasi) attualmente in sperimentazione in America ed in Europa e che dovrebbe arrivare in commercio nei prossimi anni. Dovrebbe consentire di evitare gli interventi chirurgici di corporoplastica grazie al fatto che rende possibile il raddrizzamento del pene mediante un semplice modellamento manuale.

Incurvamento o recurvatum congenito del pene

E’ dovuto nella maggior parte dei casi alla sproporzione nello sviluppo dei corpi cavernosi. In soggetti giovani, anche a causa della caratteristiche anatomiche della partner, incurvamenti non particolarmente severi possono essere causa di ostacolo meccanico alla penetrazione; frequentemente dalla malformazione anatomica deriva un autentico disagio psicologico, noto con il termine di dismorfofobia. Nei casi in cui per i motivi suddetti si renda necessaria la correzione chirurgica del pene curvo, si procede all’ intervento di corporoplastica la cui tecnica chirurgica si basa sul principio di pareggiare la lunghezza del lato convesso con quello concavo del pene.

Domande frequenti

  1. Esistono terapie mediche per la cura della fimosi?

Come gia’ specificato la soluzione della fimosi e’ possibile solo con l’intervento chirurgico di plastica del prepuzio. Esistono tuttavia delle condizioni particolari di soggetti con fimosi secondaria a diabete o lichen del glande per i quali puo’ essere utile associare all’intervento chirurgico l’applicazione di creme che diano una maggiore elasticita’ ai tessuti e consentano un migliore controllo della patologia di base.

2. Con l’intervento chirurgico di corporoplastica viene rimossa anche la placca?

L’intervento chirurgico e’ detto per l’appunto corporoplastica di raddrizzamento perche’ ha semplicemente lo scopo di riportare in asse il pene. Gli interventi chirurgici che prevedono la rimozione della placca e la sostituzione del difetto creato con un “pezzo” di tessuto naturale o artificiale sono stati ormai quasi del tutto abbandonati a causa dei risultati insoddisfacenti a lungo termine.

3. In cosa consiste l’intervento di corporoplastica di raddrizzamento?

L’intervento e’ molto semplice e consiste nell’effettuare un’incisione verticale a carico del lato convesso della tunica albuginea e che viene suturata orizzontalmente, in modo da “contro-trazionare” l’asse del pene e raddrizzarlo. Va messo in conto un leggero accorciamento del pene, in genere di al massimo 1-1,5 cm.